L'Intoccabile by Davide Vecchi

L'Intoccabile by Davide Vecchi

autore:Davide Vecchi [Vecchi, Davide]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2014-11-05T23:00:00+00:00


L’inchiesta Castello sbaraglia gli avversari

Una scossa nel centrosinistra

Firenze è un cantiere aperto e non c’è solo la Btp di Fusi. Anche la famiglia Ligresti ha interessi nel capoluogo toscano, in particolare nella cosiddetta area Castello, 100 ettari di terreno nella fetta di periferia che si estende verso Peretola, tra l’aeroporto, l’autostrada e la linea ferroviaria dell’alta velocità. Il piano prevede la realizzazione di 181.000 metri quadrati a destinazione pubblica e 259.000 per l’area privata, con l’obbligo di creare un parco urbano di circa 80 ettari. In pratica una nuova città, in cui la Regione vorrebbe trasferire parte degli uffici, mentre il Comune è intenzionato a costruirvi il nuovo stadio di calcio per la Fiorentina.

Nel gennaio del 2008 Renzi annuncia che in quell’area sorgerà anche la sede della Provincia e delibera il bando d’acquisto di 20.000 metri quadrati destinati a ospitare gli uffici. I tre enti sono tutti d’accordo, tant’è che il 23 aprile 2008, all’assemblea di Fondiaria, Jonella Ligresti, presidente della società, spiega agli azionisti che l’accordo è stato siglato nel 2006 e che Provincia e Regione «hanno dichiarato e confermato l’intenzione di acquistare a prezzi di mercato le aree necessarie all’operazione», ma che alcuni passaggi devono essere formalizzati. «Siamo in attesa del rilascio delle concessioni edilizie. Per tenere conto delle esigenze della pubblica amministrazione, e in particolare della Provincia di Firenze, è necessaria un’ulteriore variante al Piano urbanistico esecutivo per consentire l’insediamento degli uffici direzionali della Provincia.» Insomma, manca solo qualche permesso.

Tutto si blocca il 18 novembre 2008, quando la Procura di Firenze fa scattare le perquisizioni per Salvatore Ligresti e il suo assistente, l’avvocato Fausto Rapisarda, due assessori comunali della giunta Domenici (Gianni Biagi all’Urbanistica e Graziano Cioni alla Sicurezza), insieme al capogruppo del Pd in Comune Alberto Formigli, tutti indagati per corruzione. I carabinieri del Ros si presentano al palazzo municipale su mandato del procuratore Giuseppe Quattrocchi, titolare dell’inchiesta insieme ai pm Giuseppina Mione, Giulio Monferini e Gianni Tei.

Per la prima volta la magistratura scuote alle fondamenta il centrosinistra, e ciò avviene nella storicamente rossa Toscana. L’indagine trascina con sé il segretario regionale del Pd Andrea Manciulli e quello cittadino, Giacomo Billi. Il sindaco Leonardo Domenici è pesantemente tirato in ballo dai giornali, che lo indicano come corresponsabile insieme ai suoi due assessori. Il Pdl, ovviamente, cavalca la confusione creata dalla stampa e chiede a gran voce le dimissioni dell’intera giunta comunale. «L’Espresso» scrive che Renzi è indagato, ma non è vero, e lui sporge querela.

Domenici, esasperato, arriva a un gesto di protesta estremo: si incatena ai cancelli della sede del gruppo editoriale l’Espresso a Roma, in via Cristoforo Colombo, che ospita anche la redazione centrale del quotidiano «la Repubblica», nell’intento di «fornire una ricostruzione non distorta dei fatti». Rimane lì per due ore, affiancato da cartelli con le scritte «No all’informazione distorta» e «Sì alla difesa dell’onorabilità e della dignità». Smentisce di aver «subito “l’onta di quattro ore di interrogatorio”, come hanno scritto. Sono io che ho chiesto ai pm di essere ascoltato. Sono state gettate



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